GAVOI. Il gavoese Angelo Licheri avrà presto una strada che porterà il suo nome nella sua Gavoi, che aveva avuto modo di rivedere appena 10 anni fa. Qua, circondato dall’affetto della sua comunità di origine aveva ritrovato ancora una volta il paese che negli anni sessanta aveva scelto di lasciare, inseguendo la libertà di un circo che probabilmente in quel momento gli fece assaporare un senso di riscatto da un’infanzia e un’adolescenza di grandi difficoltà. «Partì per cercare una vita migliore – commenta il sindaco di Gavoi Salvatore Lai – e fu incredibilmente protagonista di questa triste vicenda che ci tenne tutti con il fiato sospeso, grande esempio di altruismo e senso del sacrificio. Tutti fummo con lui in quei momenti, e ancor di più quando realizzammo che a tentare quella sfida era uno di noi, uno cresciuto con noi».
Così Angelo Licheri, già nel momento esatto in cui lo stavano imbragando e la televisione dava notizia della presenza di un volontario che avrebbe tentato il salvataggio, ha riempito di orgoglio un’isola intera e regalato anche se per qualche ora la speranza che potesse riuscire nell’impresa, e riportare in superficie il piccolo Alfredino. «Emergeva in quel momento quel grande sentimento che nobilita l’uomo, e lo rende strumento per fare del bene, e dimostrare che con la volontà è possibile arrivare anche nel cuore della terra, provare a scaldare le mani a un bambino che sta per morire, sussurrargli parole dolci, dirgli che non è solo. Così ha fatto il nostro concittadino, orgoglio di Gavoi e della sua terra, in quei tristissimi momenti che hanno segnato la sua vita per sempre, in un senso di impotenza e fallimento. Qualche tempo dopo quell’immensa tragedia che è passata alla storia, l’allora sindaco di Gavoi Domenico Sedda lo premiò proprio nel nostro paese con una medaglia, un simbolo, un grazie per aver dimostrato quell’alto coraggio – spiega ancora il primo cittadino –. Noi all’indomani della sua morte pensiamo che sia giusto dedicare una via alla sua memoria. Intitolare una strada a un grande esempio per i giovani, per il nostro futuro». «Ricordo bene quel fatto, lo seguii con molta attenzione – spiega invece il neo parroco di Gavoi don Michele Casula –. Chiaramente ho subito pensato che molte volte Dio si serve di persone semplici per fare cose grandi, e così è successo in questo caso. Angelo Licheri era un uomo semplice ma che è stato strumento di amore. L’ho ricordato anche alla messa. Mi aveva colpito molto per la sua tenacia nel voler tentare il salvataggio di quel povero bambino, e il suo grande dolore per non essere riuscito».
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