NUORO. Si è aperto davanti al tribunale in seduta collegiale (presidente Luisa Rosetti, a latere Alessandra Ponti e Claudia Falchi Delitala) il processo per il tentato omicidio di Salvatore Borrotzu, l’allevatore di Orani scampato a un agguato la sera del 15 marzo 2020. Del reato sono accusati in concorso, due fratelli, Angelo e Andrea Sedda, compaesani della vittima. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Lorenzo Soro, Pasquale Ramazzotti e Gianfranco Careddu, mentre Borrotzu si è costituito parte civile con l’avvocato Franco Stara. Ieri, dopo le questioni preliminari, il presidente ha dichiarato aperto il dibattimento, ha accolto la lista dei testimoni formulate dalle parti, e ha poi rinviato l’udienza al 12 gennaio per il conferimento dell’incarico al perito che dovrà occuparsi della trascrizione delle intercettazioni. Secondo il pubblico ministero Giorgio Bocciarelli, il 15 marzo dello scorso anno, in pieno lockdown, i fratelli Sedda avevano teso un agguato a Borrotzu: in rapida successione avevano esploso al suo indirizzo tre colpi di fucile a pallettoni, proprio mentre la vittima, a bordo di un fuoristrada Nissan si allontanava dal suo ovile in località Nurdole, nelle campagne del paese. Solo per un caso i pallettoni non avevano raggiunto la vittima ma erano andati a colpire il parabrezza del veicolo, e il paraurti. Qualche mese dopo, il 30 aprile, Angelo Sedda nel corso di una perquisizione era stato sorpreso con due fucili calibro 12, un semiautomatico e un sovrapposto con matricole cancellate. Era stato arrestato in flagranza, e per la detenzione illegale di quelle armi aveva patteggiato la pena a 3 anni e 10 mesi. Inviati alla sezione balistica dei Ris di Cagliari, uno dei fucili era risultato compatibile con il bossolo trovato a Nordule, nel luogo dell’attentato. Erano stati disposti ulteriori accertamenti tecnici con l’uso di bossoli sperimentali esplosi con la stessa arma: confrontati con quello rinvenuto sulla scena del delitto, riportavano gli stessi segni caratteristici. Le indagini erano proseguite e a luglio i carabinieri del nucleo operativo di Ottana, avevano identificato il presunto esecutore materiale del tentato omicidio. Secondo gli inquirenti sarebbe stato Andrea Sedda ad attentare alla vita di Salvatore Borrotzu, mentre il fratello Angelo avrebbe compartecipato all’azione delittuosa. (k.s.)
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