Si è imbattuta casualmente in un reperto archeologico mentre passeggiava in un uliveto vicino a Sassari: Emma D’Amico, la bambina di nove anni che ha fatto la scoperta, si è subito incuriosita di quella statuita barbuta senza sapere che avrebbe avuto un valore per gli esperti. Tornata a casa ha raccontato tutto alla mamma, Maria Teresa Salaris, che ha subito segnalato il ritrovamento alla Soprintendenza.
Da qui il sopralluogo, il ritiro e il trasferimento della statuina nel centro di restauro dove, asportate le incrostazioni di terra che la rivestivano, è stata sottoposta alle analisi preliminari.
Si tratta di una piccola statuina di figura barbuta, alta poco più di 7 cm, mancante di parte del braccio destro, della gamba destra e del piede sinistro. Il ritrovamento è stato l’occasione per avviare un progetto didattico con la classe frequentata da Emma, la IV B della Scuola Primaria di San Giuseppe di Sassari. Si chiama ” A scuola di Archeologia” e la protagonista dell’ultima lezione non poteva che essere la piccola Emma.
È stata lei a raccontare alla classe come è avvenuta la scoperta e l’entusiasmo che ha provato tenendo in mano un reperto così antico. La curiosità si è subito focalizzata sul ‘mistero’ che circonda la statuetta: chi è la figura barbuta, forte e muscolosa rappresentata? Si tratta forse di Ercole, spiegano le archeologhe della Soprintendenza, il cui culto in Sardegna e in particolare nell’area turritana era particolarmente sviluppato. Basti pensare che l’Asinara era nota in antichità come Hercules Insula e diverse sono le rappresentazioni di questo semidio rinvenute a Turris Libisonis, la colonia romana che sorgeva nell’area di Porto Torres, nonché nel territorio circostante.
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