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Processo per lesioni, tre periti in aula – Pescheria di via Tirso – Tortolì

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NUORO. Perizie a confronto al processo per lesioni gravi che vede imputato un medico di Sassari, Stefania Manca (difesa dall’avvocato Paola Milia), accusato di non aver diagnosticato in tempo una torsione testicolare in un giovane arrivato in ambulatorio con dolori fortissimi, e che ora è parte civile con l’avvocato Gianluigi Mastio. Il medico che nell’aprile 2018 era di guardia in un paese della Baronia, dopo averlo visitato aveva parlato di calcoli renali, di cui il ragazzo, tra l’altro, aveva sofferto in precedenza. Due giorni dopo, però, a seguito dell’esame obiettivo da parte del pediatra, il giovane era stato mandato d’urgenza in ospedale. Sottoposto a controlli, però, neppure allora la torsione non era emersa. Era stata diagnosticata solo durante l’intervento chirurgico, quando la situazione era ormai compromessa. I consulenti chiamati a valutare se la torsione testicolare fosse in atto già al momento della prima visita, o si fosse verificata successivamente, hanno espresso pareri contrastanti. Da una parte i medici legali incaricati dal pm Riccardo Belfiori, che definendo l’ecografia un’indagine “operatore-dipendente”, hanno sostenuto che la presenza del flusso vascolare durante l’esame svolto in ospedale, può essere considerato un errore diagnostico dell’operatore nel contesto della consulenza. «Il dolore caratteristico e i sintomi riconducibili alla torsione – hanno detto – avrebbero dovuto insospettire il medico di guardia che, per carenza nella visita, il 24 aprile non aveva controllato i testicoli del ragazzo».

Al contrario, per il perito della difesa, in presenza di torsione testicolare il flusso di sangue si azzera. «L’unico esame diagnostico per confermare la torsione è l’ecocolordoppler – ha sottolineato il medico legale – fatto al ragazzo in ospedale il 27 aprile, che evidenziava la presenza di flusso sanguigno. Il 30 aprile il quadro era immutato, e alla palpazione il testicolo non era dolorante. Solo il 3 maggio era stata sospettata la torsione: il chirurgo durante l’intervento si era reso conto che il testicolo era in necrosi e aveva tentato di rianimarlo, ma non c’era più vascolarizzazione. È possibile che nel caso specifico si siano verificate torsioni e detorsioni, e che la torsione fatale si possa collocare tra il 30 aprile e il 3 maggio».

Alla fine del confronto, il giudice Luisa Rosetti ha chiesto l’acquisizione dell’esame istologico che i consulenti non hanno potuto valutare, e ha rinviato il processo a gennaio. (k.s.)

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