MACOMER. «Occorre sfruttare le risorse provenienti dal Recovery Plan per perseguire alcuni obiettivi strategici prioritari capaci di mettere in moto un sistema virtuoso in grado di produrre effetti diffusi in tutta la Sardegna. Uno degli obiettivi su cui costruire le scelte deve essere il superamento dei divari territoriali così come prevede il Piano Nazionale che contempla una quota di interventi finalizzati alla coesione territoriale».
È la valutazione espressa a Macomer dalla Rete delle Associazioni Comunità per lo Sviluppo che, a riguardo dei fondi del Recovery Plan, parla di un’occasione formidabile per affrontare alcune delle più urgenti criticità strutturali presenti nell’isola e plaude all’iniziativa portata avanti da Anci Sardegna per coinvolgere comuni, sindacati, forze imprenditoriali, università e rappresentanze organizzate della società civile, per «chiamare la società isolana a condividere una nuova idea di Sardegna da realizzare attraverso l’impiego coordinato dei fondi del Pnrr, dei fondi dell’Unione Europea 2021/2027, del piano per il Sud e delle risorse ordinarie statali e regionali».
Secondo i rappresentanti delle associazioni riunite nella Rete, al centro del Piano di rilancio della Sardegna vi devono essere la transizione green, la digitalizzazione, la sanità, la scuola, il contrasto allo spopolamento e alla desertificazione produttiva, «temi che riguardano l’intera isola ma che assumono una dimensione particolarmente rilevante nelle aree interne e nelle piccole realtà urbane». La Rete delle Associazioni non chiede, peraltro, un capitolato ad hoc riguardante le aree interne ma che «tutta la programmazione abbia un punto di vista da e per i margini sociali e territoriali».
Da qui arriva l’invito alla Regione Sardegna da parte Rete delle Associazioni Comunità per lo Sviluppo «a mobilitarsi ed aprire il confronto con le tanti voci che hanno a cuore le necessità dei sardi e sono consapevoli dell’occasione imperdibile che si ha di fronte».
– Guarda le Offerte della Pescheria di via Tirso – Tortolì