BOLOTANA. Fieno alto ed erbacce ovunque, pali dell’illuminazione divelti, portelloni in legno assenti da finestre e porte d’accesso e diffuse infiltrazioni d’acqua a mettere a dura prova gli intonaci dei muri. Si presenta così, non appena varcato il cancello d’ingresso, l’esterno di quella che dovrebbe essere la struttura ricettiva della località montana di Badde Salighes, a due passi da Villa Piercy e dal suo prezioso giardino botanico. Chiuso al pubblico dal 2013, il complesso turistico-ricettivo era rimasto impantanato in una lunga disputa giudiziaria, tornando nella disponibilità del proprietario, l’Unione dei Comuni del Marghine, solo nel 2017.
A quattro anni di distanza dal rientro in possesso da parte dell’ente pubblico, però, nulla sembra essere cambiato. I locali restano avvolti nell’indeterminazione, caduti in disuso ed esposti ad un inarrestabile decadimento. Lo stato di degrado in cui versa il cortile e gli spazi all’aperto dell’ex caserma dei Carabinieri a cavallo, trasformata in albergo e ristorante, sono infatti l’anticamera delle attuali condizioni dei locali nei quali, almeno teoricamente, avrebbero dovuto trovare accoglienza, ristoro e servizi le migliaia di persone che ogni anno visitano il cuore bolotanese della catena del Marghine. Esclusa la sezione a due piani che ospita le camere dell’albergo, che non è stato possibile visitare e sul cui stato effettivo non è quindi possibile fornire indicazioni, l’interno della struttura ricettiva si presenta in una condizione di totale abbandono. L’assenza dei portelloni nelle finestre fa filtrare la luce dentro le ampie stanze, illuminando il vuoto assoluto che le domina.
All’interno non c’è più nulla, se non tracce riconducibili alla presenza dei topi. Restano i muri scrostati e logorati dalle infiltrazioni, quadri elettrici e neon manomessi con il furto dell’impianto elettrico e qualche infisso smontato e lasciato lì. L’Unione dei comuni del Marghine, dopo aver registrato una serie di ruberie, aveva infatti deciso di trasferire in altra sede e mettere al sicuro ciò che restava degli arredi e della strumentazione del locale. Così le due ampie sale destinate al ristorante sono oggi completamente svuotate, al pari di tutta la parte destinata alle cucine e quella che fino a qualche anno fa era la sala allestita per i convegni. L’azione degli agenti atmosferici e la vegetazione incolta che circonda e fagocita la struttura fanno il resto, consegnando un quadro di decadenza e rovina. Uno stato complessivo del bene che non permette di immaginare un suo riutilizzo o un affidamento in gestione a breve termine, se non passando per un nuovo investimento che consenta di realizzare i lavori necessari per restituire fruibilità agli immobili.
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