NUORO. La futura Fondazione della biblioteca “Satta” sarà un’anatra zoppa per la carenza di dipendenti. Ne sono rimasti 9 e da gennaio saranno solo sei, per via dei pensionamenti. Il problema è figlio delle mancate sostituzioni del personale. Per riempire i vuoti non è bastato il rientro due anni fa dei bibliotecari della cooperativa dei servizi culturali, dopo una lunga sospensione. Questo uno dei limiti all’interno della questione più ampia sulla veste giuridica che assumerà la biblioteca. Ora, e ancora per poco, consorzio, e dai prossimi mesi fondazione, dopo il via libera del Consiglio regionale alla liquidazione del primo ente.
I diversi aspetti dell’attualità del presidio di piazza Asproni sono stati affrontati ieri mattina, in una conferenza stampa con i segretari della funzione pubblica di Uil e Cisl, Raffaela Murgia, e Marco Cucca, insieme al rappresentante aziendale, Gian Carlo Marcialis.
Nel discorso non poteva mancare il riferimento al passaggio da una condizione giuridica all’altra e alla disputa che quella ha innescato tra la Regione e il Comune capoluogo. Perché questo ultimo vede come un sopruso il fatto di perdere dopo 70 anni la titolarità, che la Regione avoca a sé. La replica da Cagliari è di essere stati costretti alla scelta, per chiudere il commissariamento e garantirne il sostentamento economico, che il Comune ha avuto difficoltà a tirare fuori nell’ultimo lustro. Sul conflitto istituzionale, la critica è unanime. Marcialis: «Il guaio è che tutto ruota su questa dicotomia e nel frattempo i problemi di fondo rimangono irrisolti». Il pensiero di Murgia (Uil) non è granché diverso: «Nessuno dei due soggetti ha tutti i meriti e così i demeriti. La Regione – aggiunge – non può pensare di averne la titolarità per il solo fatto che mette i fondi. Ma è fuori luogo la stessa pretesa dell’amministrazione civica di voler gestire l’ente, disinteressandosi dell’aspetto finanziario». Il conflitto, a detta dei sindacati e i dipendenti, anch’essi in sala, ha spostato l’obiettivo da alcuni passi che erano necessari: «Non si è pensato abbastanza alla necessità di lavorare – ha spiegato Marcialis – per fare in modo che la biblioteca potesse continuare a essere l’espressione dell’asse strategico culturale sul quale gli amministratori del territorio hanno detto di voler puntare. C’è poi la questione dei dipendenti. Hanno un contratto di tipo pubblicistico, la fondazione li porterebbe nel campo del privato. Nessuno – ha aggiunto il responsabile rsu – ha chiesto loro la disponibilità o fatto un’offerta».
Tra le incongruenze viene tirata fuori il mancato coinvolgimento, nel cambio giuridico dell’ente, dei 27 comuni che aderiscono alla struttura culturale nuorese. Questi i fronti sui quali si attendono le risposte: «Qui c’è la necessità – ha detto ancora Marcialis – di avere certezze sul fatto che la biblioteca conservi il suo ruolo storico e possa continuare con l’innovazione e i progetti nazionali, portati avanti nonostante la provvisorietà istituzionale. I 500mila euro per il 2021 non bastano – incalza – e senza soluzioni felici, sarebbero solo un accanimento terapeutico».
Le soluzioni complessive dovrebbero essere all’interno di un progetto: «I sei mesi che la Regione si è data per la nascita della Fondazione – ha invitato il direttore del consorzio, Pasquale Mascia – dovrebbero servire proprio a quest’obiettivo». Rinfoltire gli organici è fondamentale, «perché paradossalmente – è stata ancora una considerazione di Gian Carlo Marcialis – siamo parte di progetti nazionali, con l’incertezza però di poterli portare a compimento nella carenza di operatori».
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