NUORO. La cremazione dei defunti è una pratica che si diffonde sempre di più: negli ultimi tre anni almeno il 25 per cento delle persone scomparse in città sono state cremate, in base alle richieste che avevano espresso in vita o attraverso i propri parenti. Eppure questo diritto elementare, sempre più diffuso nelle società avanzate, a Nuoro viene, se non proprio ostacolato, certamente non agevolato dalla pubblica amministrazione. Su questi temi si concentra l’interrogazione appena presentata dalla capogruppo in consiglio di Progetto per Nuoro, Lisetta Bidoni, insieme con i consiglieri del Pd Natascia Demurtas e Carlo Prevosto.
Rivolta al sindaco e all’assessora responsabile dei servizi cimiteriali, Eleonora Angheleddu, l’interrogazione solleva una serie di legittime domande sulla gestione del cimitero di Sa ’e Manca e, appunto, sulla cremazione. «Quali iniziative si intendono intraprendere per dotare la città di un forno crematorio in modo da dare riposta a una domanda in continua crescita senza costringere i/le nuoresi a dolorosi e costosi viaggi verso altri comuni della Sardegna?». È questa una delle domande rivolte all’assessora e al sindaco Soddu. I parenti delle persone decedute devono infatti accompagnare i loro cari in altre città dell’isola per la cremazione (l’impianto più vicino è a Olbia).
L’altro problema riguarda le ceneri conservate in cimitero. «Entro quando si intende individuare e realizzare l’area nella quali sversare le ceneri provenienti dal cinerario comune al fine di dare la possibilità ai e alle parenti di un momento di legittimo raccoglimento?», chiedono i consiglieri. Il riferimento è rivolto infatti al caso di persone che abbiano manifestato (con scritti o verbalmente attraverso i loro parenti) l’intenzione che le proprie ceneri vengano disperse in un’area consacrata, o comunque deputata a tale scopo. Ebbene, come sottolineano i tre interroganti, in città questa opportunità viene sostanzialmente negata, perché non esiste un cinerario comune: «Nel nostro cimitero – scrivono gli interroganti – le ceneri provenienti dalla cremazione vengono depositate nell’interrato sotto la nuova cappella, che respinge e angoscia, cui non è possibile accedere, privando i/le parenti del conforto e della pietas». Per questi motivi chiedono che si proceda, come in altri cimiteri, alla realizzazione prevista per legge di un cinerario comune in un’area del cimitero realmente fruibile da visitatori e parenti, e non in una sorta di sala d’attesa qual è l’attuale. L’altro problema sollevato da Bidoni, Demurtas e Prevosto riguarda l’organico del personale cimiteriale: manca da tempo un direttore e sono presenti solo tre necrofori sui cinque previsti.
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