BOSA. Danni per migliaia di euro, e tante domande a cui dare risposta. Brutta sorpresa per Silvano Cadoni, ex sindaco di Bosa, neo assessore della giunta guidata dal sindaco Piero Franco Casula e appassionato di caccia. Al rientro da una battuta nel Marrargiu, qualche giorno fa, Cadoni ha trovato la sua auto letteralmente a pezzi. Qualcuno, con un camioncino o un pick up le prime ipotesi, ha urtato più volte la parte frontale del suo fuoristrada, con danni stimati in cinquemila euro. Sull’episodio indagano i carabinieri della stazione di Bosa, al comando del luogotenente Luca Gabelloni, che hanno effettuato i rilievi e mantengono massimo il riserbo, su un episodio ancora da chiarire.
«La mia auto, insieme a quella di altri cacciatori della nostra compagnia, era parcheggiata a bordo strada sulla provinciale 49, nella zona all’altezza di Managu. Al rientro dalla battuta purtroppo ho trovato questa sgradita sorpresa», racconta l’esponente politico. Constatati i pesanti danni al fuoristrada, a Silvano Cadoni non è rimasto altro da fare che allertare i carabinieri. Una pattuglia ha raggiunto la litoranea per i primi rilievi, con accertamenti ora in corso per cercare di capire chi e perché ha compiuto il gesto.
«L’auto è stata tamponata più volte, almeno due, quindi si tratta di un gesto volontario. Di cui però, sinceramente, non riesco a spiegarmi il perché. Spero solo che non si tratti di ragioni legate alla mia attività amministrativa», aggiunge Cadoni.
«Non credo che il danneggiamento sia avvenuto per questioni di caccia. Se ci sono incomprensioni le si chiarisce discutendo, e si trova sempre una soluzione pacifica», afferma l’esponente sardista, nominato assessore solo qualche settimana fa, per cui appare difficile per ora ipotizzare un atto con motivazioni legate a questioni amministrative.
Il sabotaggio lascia comunque «lascia l’amaro in bocca. Soprattutto – dice Cadoni – perché credo che alcune logiche in questa città col tempo siano cambiate in peggio e questo è preoccupante». Tutto ora è nelle mani dei carabinieri della stazione di Bosa, che dovranno cercare di capire chi e soprattutto perché abbia infierito sull’auto del cacciatore. Un lavoro non semplice, considerato che l’episodio è avvenuto in un’area dove sporadicamente nei mesi invernali transitano auto, e dove non sono presenti occhi elettronici.
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